TRONCONE Riccardo
Professore ordinario MED/38
(Responsabile scientifico)
BARONE Maria Vittoria Ricercatore MED/38
BRUNO Valentina Specializzando MED/38
DISCEPOLO Valentina Medicina Molecolare e Biotecnologie
Mediche
Dottorando BIO/12
GIUGLIANO Francesca Specializzando MED/38
MIELE Erasmo
Ricercatore MED/38
QUITADAMO Paolo Specializzando MED/38
AURICCHIO Renata Ricercatore MED/38
IORIO Raffaele
Ricercatore MED/38
RANUCCI Giusy Specializzando MED/38
STAIANO Annamaria
Prof. Ordinario MED/38
AITORO Rosita
Dottorando MED/38
Dott. Francesco Paparo (tecnico laureato)
Dott.ssa Maglio Mariaantonia (tecnico laureato)
Dott.ssa Giuliana Lania
(assegnista)
Dott.ssa Donatella Cielo (contrattista AOU Federico II)
Dott.ssa Eleonora Giannetti (contratto co.co.co.)
Dott. Smarrazzo Andrea (specializzando)
Dott. Annalisa Alessandrella (specializzanda)
Dott. Maria Luisa Andreozzi
(specializzanda)
Dott.ssa Carmen Gianfrani (ricercatore CNR)
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IMMUNITÀ INNATA E
INFIAMMAZIONE INTESTINALE. IMMUNITÀ INTESTINALE ADATTATIVA.
INTESTINO E BASI BIOLOGICHE DELLAUTOIMMUNITÀ:
Il diabete tipo primo (T1D)
riconosce cause genetiche e ambientali. Tra queste ultime si
ritiene possano giocare un ruolo importante fattori della
dieta. Obiettivi della ricerca sono 1.Dimostrazione
dell’attivazione dell’immunità innata e in generale di segni
di stress nella mucosa intestinale di soggetti con T1D. In
particolare studiata la produzione di interferoni tipo 1 e
la gliadino-dipendenza di questa attivazione. 2. Ricerca
degli autoantigeni (o antigeni in generale) riconosciuti
dalle cellule T ottenute dalla mucosa intestinale di
soggetti con T1D. 3. Valutazione dei circuiti
immunoregolatori nell’intestino di pazienti con T1D.
IDENTIFICAZIONE DELLE BASI
GENETICHE, MOLECOLARI E CELLULARI DELLA MALATTIA CELIACA:
La malattia celiaca riconosce
come principale meccanismo patogenetico una disregolata
risposta immune ai peptidi della gliadina su base genetica.
Obiettivi della ricerca sono: 1. La dimostrazione
dell’attivazione dell’immunità innata e in generale di segni
di stress nella mucosa intestinale di soggetti celiaci nelle
varie fasi di malattia; 2. La caratterizzazione fenotipica e
funzionale delle popolazioni linfocitarie T reattive al
glutine e in generale delle cellule regolatorie a livello
della mucosa intestinale; 3. L’identificazione dei peptidi
della gliadina ristretti da molecola HLA di classe prima e
seconda.
STORIA NATURALE DELLA
MALATTIA CELIACA:
Il rischio di celiachia è in
parte legato a fattori genetici noti, quali aplotipi HLA, ma
sicuramente altri fattori ambientali non ancora del tutto
noti, oltre al glutine, contribuiscono alla patogenesi della
malattia. Scopo dello studio della storia naturale della
celiachia in categorie a rischio come i familiari di celiaci
geneticamente predisposti può contribuire a chiarire il
ruolo della fenomeni gravidici, della nutrizione soprattutto
nel primo anno di vita e delle infezioni nello scatenare la
malattia. Inoltre la caratterizzazione clinica, sierologica
e istologica di soggetti con celiachia potenziale lasciati a
dieta libera e seguiti nel tempo consentirà di chiarire
alcuni dei meccanismi alla base dello sviluppo della lesione
intestinale tipica della celiachia. Entrambi questi studi
sulla storia naturale della malattia celiaca consentiranno
di esplorare nuovi possibili approcci diagnostici e
terapeutici.
BASI BIOLOGICHE DELLE
MALATTIE GASTROINTESTINALI: SIGNALING CELLULARE, INTERAZIONI
CELLULARI E TRAFFICKING IN PATOLOGIE INDOTTE DA ALIMENTI:
L’interazione alimenti-flora
batterica-intestino è alla base di molteplici fenomeni che
influenzano lo stato di salute o di malattia. La Western
diet diffusa anche nei paesi in via di sviluppo correla con
il drammatico aumento della incidenza delle malattie
infiammatorie croniche, delle allergie e delle intolleranze
alimentari. I danni che tale dieta comporta sono dovuti alla
incapacità del genoma umano di adattarsi ai rapidi
cambiamenti dell’ambiente e della dieta. Anche i cereali
possono causare infiammazione intestinale, per esempio nella
celiachia. Il danno intestinale da glutine nella celiachia
consiste nella infiammazione e nel rimodellamento della
mucosa e dipende direttamente dall’interazione tra un
alimento, il glutine, e la mucosa intestinale. Obiettivo di
questa ricerca è lo studio a livello molecolare e cellulare
delle interazioni tra alimenti e mucosa intestinale per la
comprensione dei meccanismi pro-infiammatori degli alimenti
e delle basi biologiche delle malattie indotte da alimenti.
ANALISI DI FENOTIPO E
GENOTIPO NELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI:
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)
comprendono la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e la
colite non classificata. Con tale termine si cerca di
comprendere tutti quei fenotipi di MICI che spesso
richiedono un’attenta diagnostica differenziale per poter
meglio definire la terapia e la prognosi. L' eziopatogenesi
della MICI non è completamente nota, in individui
geneticamente predisposti, meccanismi immuno-mediati
sarebbero alla base di alterate risposte immunitarie verso
antigeni endoluminali. Scopo delle ricerche in corso, che
implicano la partecipazione del gruppo a network nazionali e
internazionali, è quello di caratterizzare genotipicamente e
fenotipicamente i bambini con MICI per cercare di sviluppare
nuove strategie terapeutiche sulla base anche di studi
funzionali del sistema immune e della comprensione del ruolo
che svolgono il microbiota e la dieta nello sviluppo di tali
patologie.
STUDIO ENDOSCOPICO E PH
IMPEDENZOMETRICO DELLA MALATTIA ULCEROSO-PEPTICA: Il
reflusso gastroesofageo (RGE) è un processo fisiologico che
si verifica diverse volte nel corso della giornata in
neonati, bambini e adulti sani. Si parla, invece, di
malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) quando il
reflusso è causa di sintomi fastidiosi e/o di complicanze,
tali da avere un impatto sulla qualità di vita del paziente.
I sintomi caratteristici della MRGE variano con l’età e
vengono generalmente suddivisi in sintomi tipici, come
rigurgito, vomito, epigastralgia, pirosi, perdita di peso o
scarso incremento ponderale, ematemesi e disfagia, e sintomi
atipici. Attualmente il gold standard per la diagnosi di
MRGE è rappresentato in caso di sintomi tipici
dall’esofagogastroduodenoscopia (EGDS) e in caso di
manifestazioni atipiche dalla pH-impedenzometria. LEGDS
permette la valutazione diretta della mucosa delle alte vie
digestive, il prelievo di frammenti bioptici multipli e
l’esecuzione di diverse procedure terapeutiche
mini-invasive. L’esame pH-impedenzometrico, invece, misura
la conducibilità inversa intraluminale e permette di
rilevare il movimento anterogrado e retrogrado del bolo
all'interno dell'esofago, risultando utile per la
valutazione della frequenza e della altezza degli episodi di
reflusso. Le ricerche scientifiche attualmente in corso
mirano a migliorare l’efficacia diagnostica delle principali
indagini strumentali e a sperimentare nuovi approcci
terapeutici con un sempre miglior profilo di efficacia e
sicurezza per l’età pediatrica.
CARATTERIZZAZIONE DEI
DISORDINI DELLA MOTILITÀ GASTROINTESTINALE CON STUDIO
MANOMETRICO AD ALTA RISOLUZIONE
I disordini della motilità
intestinale in età pediatrica costituiscono un gruppo
eterogeneo di condizioni che provocano carenze nutrizionali
e di elettroliti, vomito cronico e ricorrente, incontinenza
fecale, dolore cronico e ricorrente, stipsi e/o diarrea,
riduzione di indipendenza nella vita quotidiana e ridotta
mobilità. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi
notevoli nel trattamento di tali disordini ed attualmente
sono disponibili una serie di nuove opzioni diagnostiche e
terapeutiche. Lo sviluppo della manometria esofagea ad alta
risoluzione (HRM) si è sviluppata a partire dalla manometria
convenzionale ed ha permesso di aumentare l’accuratezza
diagnostica dello studio della funzione motoria esofagea. Il
modello della peristalsi esofagea e dell'attività dello
sfintere esofageo definisce se l'attività motoria esofagea è
normale o anormale. La pressione intra-bolo ed il gradiente
di pressione esofago-gastrica definiscono se questa attività
è coerente o meno con la funzione effettiva. A livello
pratico, l’HRM ha reso facile l’acquisizione di misurazioni
pressorie di qualità dall'esofago, ha facilitato il
posizionamento del catetere ed eliminato la necessità di una
procedura di pull-through. Inoltre la rappresentazione
spazio-temporale di dati pressori ha reso facile
identificare i modelli normali e anormali della motilità
esofagea. Scopo delle ricerche in corso sulla HRM è quello
di individuare valori normali di parametri della motilità
esofagea in età pediatrica e di valutare l’applicabilità di
nuovi parametri sia nel soggetto con normale sviluppo
neurospicomotorio sia in soggetti con ritardo dello sviluppo
neuropsicomotorio.
CARATTERIZZAZIONE DEI
DISORDINI FUNZIONALI GASTROINTESTINALI
I disordini funzionali
gastrointestinali (DFGI) in età pediatrica rappresentano un
insieme variabile di quadri clinici, età-dipendenti,
caratterizzati da sintomi cronici o ricorrenti non associati
a patologia organica, biochimica o strutturale. La diagnosi
corretta non richiede una serie di studi diagnostici per
escludere cause organiche del dolore. Quando sono
soddisfatti i criteri di Roma, non sono presenti sintomi di
allarme e l’esame obiettivo risulta nella norma, la diagnosi
di disordine funzionale gastrointestinale è molto probabile.
La maggior parte dei DFGI è caratterizzata dal dolore e
infatti il marker biologico più accreditato è
l’ipersensibilità viscerale. I quattro approcci terapeutici
principali per i DFGI includono interventi dietetici,
psicosociali, farmacologici e le medicine
complementari/alternative. La nostra ricerca è volta a
studiare la definizione e l’applicabilità dei nuovi criteri
diagnostici, l’epidemiologia ed i fattori di rischio e ad
individuare nuove strategie terapeutiche.
DETERMINAZIONE DI NUOVI
MECCANISMI CELLULARI, DI NUOVI POLIMORFISMI GENETICI E DI
NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI CON TARGET MOLECOLARI NELLA
MALATTIA DI WILSON
La Malattia di Wilson (MW) è
causata da mutazioni nel gene della proteina ATP7B,
responsabile del trasporto del rame. Alcune varianti della
proteina ATP7B mantengono labilità di pompare il rame ma non
riescono a raggiungere la corretta conformazione e tendono
ad aggregarsi. Queste proteine di conseguenza non superano
il controllo qualità a livello del reticolo endoplasmatico e
vengono degradate. Obiettivo della ricerca è principalmente
identificare correttori che proteggano i mutanti dalla
degradazione cellulare, ciò allo scopo di identificare nuovi
approcci terapeutici per la cura della malattia. Abbiamo
evidenze in vitro che nella MW sono coinvolti meccanismi di
stress ossidativo e alterazioni dell’attività lisosomiale
che hanno ripercussioni da chiarire sull’assetto della
cellula. Dal punto di vista genetico è noto che il fenotipo
della malattia è molto variabile e non esiste una chiara
correlazione genotipo-fenotipo. Pertanto stiamo valutando se
alcuni polimorfismi genetici (in particolare del gene
PNPLA3) possano correlarsi con l’espressione fenotipica.
VALUTAZIONE DEL
COINVOLGIMENTO NEUROLOGICO SUBCLINICO NELLA MALATTIA DI
WILSON MEDIANTE RISONANZA MAGNETICA CON SPETTROSCOPIA E
STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANS-CRANICA
Scopo della ricerca è
definire in pazienti con MW in terapia la prevalenza dei
sintomi neurologici, dei sintomi psichiatrici, delle
alterazioni funzionali, morfo-strutturali e metaboliche
cerebrali; valutare la correlazione tra il quadro clinico e
i risultati dei test di stimolazione magnetica
trans-cranica, dei test psicometrici e dell’imaging
radiologico della spettroscopia cerebrale; valutare la
possibile correlazione tra sintomi neurologici, sintomi
psichiatrici, presenza di alterazioni funzionali,
morfo-strutturali e/o metaboliche cerebrali e le seguenti
variabili: età al momento della valutazione, età alla
diagnosi, genotipo ATP7B, tipo di terapia, risposta alla
terapia in termini di indici di funzionalità epatica,
compliance alla terapia.
IDENTIFICAZIONE DI
ALTERAZIONI QUALITATIVE DEGLI ACIDI BILIARI SIERICI ED
URINARI NELLA COLESTASI EXTRAEPATICA, MEDIANTE SPETTROMETRIA
DI MASSA, ED IMPATTO DELLA TERAPIA CON ACIDO
URSODESOSSICOLICO
Scopo della ricerca è
valutare e tipizzare il pattern degli acidi biliari nel
pazienti con colestasi extraepatica, attraverso la
spettrometria di massa. Inoltre si valuterà come la terapia
con acido ursodessossicolico (UDCA) modifica l assetto
qualitativo degli acidi biliari, cercando di definirne
meglio la sua efficacia nei disordini colestatici ed i
dosaggi utili. Attraverso l’analisi si cercherà inoltre di
identificare nuovi marcatori per il monitoraggio
dell’efficacia della terapia; si valuterà altresì la sua
potenzialità di documentare la comparsa di metaboliti
tossici che possano limitare l’indicazione dell’UDCA.
DEFINIZIONE DELLA PREVALENZA
DELLE ALTERAZIONI DELLE VIE BILIARI MINORI ALLA RISONANZA
ADDOME IN PAZIENTI COLESTATICI ED IMPATTO DELLA TERAPIA CON
ACIDO URSODESOSSICOLICO
Nell’ambito dei pazienti con
epatopatia cronica cripto genica c’è un sottogruppo che
presenta anomalie anatomiche a carico delle vie biliari alla
risonanza magnetica, il cui significato non è stato ancora
ben chiarito. Scopo della ricerca è stimare la prevalenza di
queste anomalie e definire l’efficacia in questo sottogruppo
della terapia con UDCA.
IDENTIFICAZIONE DI
BIOMARCATORI DIAGNOSTICI NON INVASIVI NELLA NON ALCOHOLIC
FATTY LIVER DISEASE- OBESITÀ CORRELATA
La NAFLD nei bambini obesi
rappresenta un problema emergente di notevole impatto in
termini di salute e spesa sanitaria. Ad oggi la diagnosi
resta una diagnosi istologica. Le evidenze presenti in
letteratura sulla prevalenza di complicanze in questi
pazienti e sull’utilizzo di farmaci sono basate nella
maggior parte dei casi su una diagnosi probabile di
malattia, con tutti i limiti delle evidenze stesse.
Obiettivo della nostra ricerca è identificare solidi
biomarcatori di malattia e di severità della NAFLD che
possano consentire in maniera non invasiva di caratterizzare
i pazienti e monitorare anche l’efficacia di interventi
farmacologici e non.
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LS1 - Molecular and Structural Biology
and Biochemistry: Molecular synthesis, modification and
interaction, biochemistry, biophysics, structural biology,
metabolism, signal
transduction
LS1_5 - Protein synthesis,
modification and turnover
LS1_7 - Carbohydrate synthesis,
modification and turnover
LS2_13 - Systems biology
LS2_4 - Metabolomics
LS2_8 - Epigenetics and gene
regulation
LS2_9 - Genetic epidemiology
LS3_1 - Morphology and functional
imaging of cells
LS3_12 - Stem cell biology
LS3_2 - Cell biology and molecular
transport mechanisms
LS4_5 - Metabolism, biological basis
of metabolism related disorders
LS5_10 - Neuroimaging and
computational neuroscience
LS5_11 - Neurological disorders (e.g.
Alzheimer's disease, Huntington's disease, Parkinson's
disease)
LS5_2 - Molecular and cellular
neuroscience
LS5_9 - Systems neuroscience
LS6_1 - Innate immunity and
inflammation
LS6_12 - Biological basis of immunity
related disorders (e.g. autoimmunity)
LS6_2 - Adaptive immunity
LS7_2 - Diagnostic tools (e.g.
genetic, imaging)
LS7_3 - Pharmacology,
pharmacogenomics, drug discovery and design, drug therapy
LS7_8 - Health services, health care
research
LS7_9 - Public health and epidemiology
Cognome
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